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archivio > Archivio sulla sinistra>Giullari di corte (il programma comunista, n. 20, 2 novembre 1962)

aggiornato al: 08/07/2010

il programma comunista, n. 20, 2 novembre 1962

Un bell'articolo di quasi cinquanta anni fa che staffila e deride la nostra "cultura", i nostri "intellettuali di sinistra", i nostri "progressisti". Oggi quel mondo è scomparso, non esiste più  e non ci restano che dei patetici figuranti che hanno il compito immane di reggere il confronto con i vari Bondi e Capezzzone (solo per fare qualche nome) che fanno dell'ignoranza e del servilismo la loro arma principale.

I vari personaggi, in ogni caso, si equivalgono, sono della stessa razza (venduta o comprata) che fa sempre più fatica, non a dire qualcosa di intelligente o sensato, ma a dire qualcosa.

 

 

Giullari di corte

 

Dall' «Unità» giovedì 18 ottobre: «Mosca, 17 ottobre. Il Presidium e il governo dell'URSS si riuniranno domani sui campi di Borodino, a 120 km. da Mosca, per celebrare in forma solenne il 150° anniversario della battaglia della Moscova che segnò praticamente il tramonto della stella di Napoleone. Dal 1° settembre, giorno anniversario, fino ad oggi, decine di migliaia di moscoviti hanno visitato il villaggio passato alla storia. La cerimonia di domani, che sarà seguita nel pomeriggio dalla inaugurazione di un modernissimo edificio circolare che racchiude il Museo e il panorama della battaglia sulla via che porta il nome di Kutusov e in serata da una manifestazione al palazzo dei Congressi al Cremlino, chiude praticamente le celebrazioni ufficiali; ed è probabile che prendendo la parola a Borodino o al Palazzo dei Congressi, Kruscev pronunci un discorso non soltanto di rievocazione storica ma di esame dei problemi internazionali...», ecc., ecc.

E' un dato di fatto positivo ammesso dalla storiografia ufficiale e addirittura dai manuali scolastici, che l'epopea militare di Napoleone rappresentava alla fine del '700 e agli inizi dell' '800 l'espansione della Rivoluzione Francese e della giovane borghesia rivoluzionaria. Infatti, le grandi campagne napoleoniche misero a soqquadro l'Europa dell'assolutismo, scossero dalle fondamenta le impalcature tarlate della società feudale, accesero in tutta l'Europa quel fuoco della rivoluzione borghese che divamperà per tutta la prima metà dell' '800 e si estinguerà con l'avvento dei Cavour e dei Bismarck, verso il 1870. Ci vergogniamo, è la parola,  di dover richiamare questi luoghi comuni della cultura ufficiale e del progressismo corrente. Un altro fatto positivo, da tutti conosciuto e da tutti ammesso, è questo: l'unico baluardo della reazione feudale che seppe resistere all'urto rivoluzionario delle armate napoleoniche, fu l'impero zarista ed è noto che la zarismo - vittorioso su Napoleone - rappresentò durante l'ottocento la guardia armata della reazione feudale e perfino grande-borghese, pronta ad intervenire per soffocare nel sangue i popolani delle città insorte a Varsavia, a Budapest, a Vienna.

Abbiamo richiamato questi luoghi comuni, a ragion veduta, così come sono esposti, ad es. sulla «Rivista storica del socialismo», su «Studi storici»,, sui giornali di sinistra, senza aggiungere neppure una parola del nostro vocabolario di marxisti «dogmatici».

Ed ora, illustri professori, avanti! Coraggio, sig. prof. Giorgio Candeloro, forza, sig. prof. Ernesto Ragionieri, su allegro dott. Paolo Alatri, senza scrupoli, sig. prof. G. Procacci, senza pudore, sig. prof., ex-seguace di Giovanni Gentile, Delio Cantimori, un altro po' di faccia di bronzo, egregio marxista a ritorni mestruali Lelio Basso! Fatevi sotto, vendete l'ultimo credito di verginità che la opinione pubblica vi ha finora concesso!

Con il divieto dei lupanari legali, la prostituzione illegale dilaga. Ma voi, coraggio! abrogate la legge Merlin, almeno nel campo della «cultura», parola equivoca in radice e desinenza.

«Culturate» legalmente alla luce del sole, sulle vostre belle riviste. Fateci leggere su «Rinascita» un saggio dedicato all'ardore rivoluzionario dello zar! Schizzateci un medaglione storico  sulla «Rivista storica del socialismo» del giacobino Kutuzov! Dateci un'interpretazione militare, su «Studi storici», della strategia rivoluzionaria delle cariche cosacche! Animo, sig. prof. Ernesto Ragionieri! Rinverdite e commentate un epistolario inedito fra la zarina e il suo confessore, da cui risulti che quella progressista amava la Russia Grande e santa, il popolo  russo Grande e Santo, e il suo confessore tozzo e barbuto!

E' vero, molto tempo fa, un certo Karl Marx aveva messo sullo stesso piano queste funzioni sociali: «Re, prete, professore, prostituta, soldato». E' vero, molti anni or sono, un certo Karl Marx, in un momento di distrazione, aveva scritto queste tre grosse parole: «MERDA DI STATO» e Kautsky, vostro progenitore, non aveva osato riprodurle.

Ma voi, illustri professori, non pensateci. Sedetevi davanti alla TV, contemplate in Canzonissima l'ultima fase progressista della borghesia italiana e ... del Pontefice, ammirate in Franca Rame e Dario Fo gli ultimi eroi del secondo risorgimento!

 

il programma comunista n. 20, 2 novembre 1962