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archivio > Lettere di Bordiga>29. Articoli di "Prometeo" sulla guerra di Spagna, (Prometeo, n. 146, 4 luglio 1937)

aggiornato al: 16/06/2010

Prometeo, n. 146, 4 luglio 1937

Continuiamo nella presentazione degli articoli di Prometeo sulla guerra di Spagna con la seconda parte di quanto riprodotto nel n. 146 del 4 luglio 1937.

Come per un articolo riprodotto nella scorsa puntata anche questa volta un articolo (il primo che riproduciamo) è di difficile rilettura per i danni compiuti dal tempo sulla copia in nostro possesso.

Quando quanto riproduciamo presenta dei dubbi (o non è leggibile) poniamo il tutto tra parentesi quadra.

 

29

 

 

Il POUM fuori legge

 

Sta scritto sulla stampa centrista: il partito trotskysta di Spagna, il POUM, è stato smascherato dalla polizia della repubblica popolare come alleato diretto di Franco. Non c’è più possibilità di dubbio. Il POUM ha svolto in Spagna la stessa opera che i traditori trotskysti al soldo di Hiltler hanno svolto coll’URSS, che svolgono dappertutto la stessa opera assassina che pugnala alle spalle i lavoratori antifascisti ( e nel contempo essi assassinano la sintassi [...] implicò (!?) l’assassinio del nostro compagno Montanari ed innumerevoli altri delitti.

Ne siamo anche noi più che convinti: non c’è possibilità di dubbio che l’asserita prova della colpevolezza dei compagni spagnoli sia probabile quanto … quella apportata per giustificare gli innumerevoli assassinii nell’URSS e che i documenti trovati o le confessioni degli arrestati di essere agenti diretti di Franco e della falange spagnola (fascisti) “siano altrettanto [...] spontanee” quanto quelle attribuite a Zinovief e Tukacevski.

Dopo le sanguinose giornate di Barcellona, lo strangolamento del POUM. Noi abbiamo, dall’inizio, marcato la nostra netta sfiducia in questo [...] Lo abbiamo considerato e lo consideriamo tutt’ora, ad onta del suo parziale revirement, dopo che era stato scacciato dal governo, come uno dei responsabili massimi della tragica situazione in cui si trova attanagliato oggidì il proletariato spagnolo. Il POUM, da parte sua ha, in una risoluzione politica,  tacciato di controrivoluzionario il nostro atteggiamento e posto il veto alla diffusione della nostra stampa in Spagna.

Ma ci ribelliamo, con tutta la nostra energia, contro l’infame metodo centrista, di gettare il fango e la calunnia sulle vittime che si appresta ad immolare; contro la turpe campagna su scala internazionale contro il “trotskysmo” e contro tutti coloro che non si associano alla loro politica di tradimento. Preannunziata da una sfrontata campagna della stampa centrista, il 16 giugno, per ordine di Valenza, il governo della Generalità di Barcellona ha fatto arrestare 40 dei militanti del POUM. Nin si trova fra essi; In mancanza di Gorkin ed Andrade, latitanti, s’imprigionano le loro compagne in qualità di ostaggi. La stampa del partito è soppressa. Il posto di T.S.T. è confiscato.

Mundo Obrero, Treball, o [...] reclamano la pena di morte contro i dirigenti del POUM che si preparavano ad organizzare un sollevamento controrivoluzionario nella retroguardia. E che non si tratti di una vana minaccia lo sta a provare la teoria sempre crescente degli assassinati: da Berneri trucidato dalla polizia e dai sicari centristi del P.S.U.C., a Bob Smilie, il [...] del partito operaio indipendente [...] deceduto improvvisamente, in modo sospetto, molto sospetto, nelle carceri di Valenza. Ma né i tragici insegnamenti di Barcellona, né la soppressione [...] del POUM, né la reazione che [...] centrista contro la C.N.T., i cui organi sono tartassati dalla censura ed i cui militanti di base arrestati ed in certi casi assassinati, bastano a far aprire gli occhi agli anarchici i cui rappresentanti, [...] dal governo di Valenza, hanno continuato anche dopo la strage di Barcellona, a far parte della Generalità, finché Companys, forte di un voto di fiducia, ha aperto la crisi definitiva che li ha cacciati.

Non potendo negare la realtà della controrivoluzione in marcia, gli anarchici, nel loro inveterato semplicismo, invece di indagare se la causa non risieda nella politica da essi praticata e, se ancora in tempo, di cercare di rimettere sul terreno di classe le masse da essi controllate, si limitano a rigettare la responsabilità su quanto accade sul centrismo. Caballero, che essi gabellano di … paladino della rivoluzione, sarebbe stato defenestrato per essersi opposto alle esigenze del centrismo di mettere il POUM fuori legge, ciò che fa oggi il suo successore Negrin. Per tutto il resto gli anarchici praticano la politica dello struzzo: interrano la testa per non vedere la burrasca che loro sovrasta e che sta per travolgerli.

Dappertutto nel frattempo la controrivoluzione batte in pieno. Solo una minoranza lancia il grido d’allarme: la rivoluzione è tradita. La grande maggioranza resta ottimista. Scrive il Libertarie: “la C.N.T. e la F.A.I. restano in piedi. Per due giorni la Catalogna è stata in potere degli anarchici (!?); se questi non hanno sfruttato la vittoria è perché la loro onesta politica vieta loro di mettere in pericolo la difesa contro Franco, scindendo la Spagna antifascista in due campi antagonisti. I loro avversari politici (così li chiamano gli assassini di Berneri e di centinaia di altri proletari anarchici!) non hanno avuto questo scrupolo, essi che fecero il colpo senza preoccuparsi del resto”.

Persistendo in questa “onesta politica” gli anarchici preparano nuovi e ben più sanguinosi 5 Maggio.

 

 

 

 

Spiragli di luce

 

Nel numero scorso di Prometeo abbiamo pubblicato il manifesto lanciato dalla C.N.T. e dalla F.A.I., nel fuoco degli avvenimenti di Barcellona, e che significava il vero tradimento ai danni dei proletari scesi in lotta. Siamo lieti di poter pubblicare, in questo numero, un manifesto che emana da un gruppo di proletari del Messico che dimostra come essi abbiano saputo trarre ammaestramento dai tragici fatti di Barcellona e che collima, nelle sue linee generali, con gli apprezzamenti che noi abbiamo sempre fatto degli avvenimenti di Spagna. Salutiamo questi compagni del Messico augurandoci di poter stringere rapporti più continui con essi, nell'interesse della causa della rivoluzione.

 

Il massacro di Barcellona: una lezione per i lavoratori del Messico. Nel Messico non deve ripetersi il disastro sofferto dai lavoratori di Spagna!

Ogni giorno ci dicono che viviamo in una Repubblica democratica. Che abbiamo un governo «operaista». Che questo governo è la miglior difesa contro il fascismo.

I lavoratori di Spagna credevano di vivere in una repubblica democratica. Che avessero un governo «operaista». Che questo governo fosse la migliore difesa contro il fascismo.

Mentre i lavoratori non stavano in guardia - avendo più fiducia nel governo capitalista che nella propria forza - i fascisti, in piena convivenza col governo, prepararono il loro colpo nel mese di luglio dell'anno scorso, proprio come il governo di Cardenas permette ai Cedillo, Morones, Calles, di preparare il loro colpo mentre addormenta i lavoratori con la sua demagogia «operaista».

Come fu possibile che i lavoratori di Spagna nel luglio dell'anno scorso non abbiano compreso che il governo «antifascista» li aveva traditi, permettendo la preparazione del colpo dei fascisti? E come va che i lavoratori del Messico non hanno tratto nessun profitto da questa esperienza dolorosa? Perché il governo di Spagna continuò abilmente la sua demagogia e si mise alla testa dei lavoratori ingannandoli un'altra volta con la parola d'ordine: l'unico nemico è il fascismo.

Prendendo la direzione della guerra che i lavoratori avevano iniziato, la borghesia la trasformò da guerra classista in guerra capitalista per la quale i lavoratori hanno dato il loro sangue in difesa della repubblica dei loro sfruttatori.

I suoi capi, venduti alla borghesia, imposero la consegna: nessuna rivendicazione di classe prima di aver vinto i fascisti!

E durante nove mesi di guerra i lavoratori non hanno organizzato alcun sciopero, hanno permesso al governo di sciogliere i loro comitati di base che erano sorti durante le giornate di luglio, di subordinare le milizie operaie ai generali della borghesia. Hanno sacrificato la propria lotta per non pregiudicare la lotta contro i fascisti.

Perché Cardenas dà il suo appoggio a Azana?

Per rafforzare la fiducia dei lavoratori nel suo «proletarismo»! Il governo di Cardenas ha tutto l'interesse che i lavoratori del Messico non si accorgano come il governo «antifascista» di Spagna abbia permesso ai fascisti di preparare il loro colpo. Perché se comprendono ciò che è accaduto in Spagna comprendono anche ciò che sta accadendo in Messico.

Per questa ragione Cardenas dette il suo appoggio al governo legalmente costituito di Azana e gli inviò le armi. Demagogicamente affermò che queste erano destinate per la difesa dei lavoratori contro i fascisti. Le ultime notizie giunte di Spagna hanno distrutto per sempre questa menzogna: il governo legalmente costituito di Azana ha utilizzato le armi per massacrare gli eroici lavoratori di Barcellona quando questi si difesero contro il governo che cercava di disarmarli il 4 maggio di questo anno.

Oggi, come ieri, il governo di Cardenas aiuterà il governo legalmente costituito di Azana, però non contro i fascisti ma contro i lavoratori.

La repressione sanguinosa che ha seguito il sollevamento dei lavoratori di Barcellona illumina la vera situazione in Ispagna come un lampo nel cuore della notte. Ha distrutto tutte le illusioni di nove mesi. Con la lotta feroce contro i lavoratori di Barcellona, Gerona, Figuera ed altre località il governo «antifascista» si è smascherato!

Non solo mandò contro i lavoratori la sua polizia speciale, le sue guardie d'assalto, le sue mitragliatrici e i suoi tanks, ma liberò i fascisti incarcerati e ritirò dal fronte reggimenti «fedeli», indebolendolo ed esponendolo all'attacco di Franco!

Questi fatti hanno mostrato che i veri nemici pel governo del Fronte popolare non sono i fascisti ma i lavoratori.

Lavoratori di Barcellona!

Avete lottato magnificamente! Siete stati battuti. La borghesia si è potuta rafforzare. Le vostre forze sole non sono bastate.

Lavoratori della retroguardia: dovete lottare assieme con i vostri compagni del fronte contro lo stesso nemico, non come la vostra borghesia lo domanda, contro l'esercito di Franco, ma contro la borghesia medesima, sia essa fascista che «antifascista»!

Dovete inviare agitatori al fronte con la parole d'ordine: ribellatevi contro i vostri generali! Fraternizzate con i soldati di Franco, nella loro maggioranza contadini che sono caduti nelle reti della demagogia fascista perché il governo del Fronte popolare non aveva mantenuta la promessa di dar loro la terra! Lotta comune di tutti gli oppressi, tanto operai che contadini, spagnoli o mori, italiani e tedeschi, contro il nostro nemico comune: la borghesia spagnola ed il suo alleato internazionale l'imperialismo!

Per questa lotta necessita un partito che sia veramente vostro. Tutte le organizzazioni di oggi, dai socialisti agli anarchici, sono al servizio della borghesia. Nelle giornate di Barcellona hanno collaborato ancora una volta col governo per ristabilire «l'ordine» e la «pace»!

Forgiare questo partito di classe ed indipendente, tale è la condizione per il vostro trionfo.

Avanti compagni di Barcellona per una Spagna Sovietica!

Fraternizzazione con i contadini ingannati dall'esercito di Franco per una lotta contro i nostri oppressori comuni, siano essi fascisti od anti-fascisti!

Abbasso il massacro dei lavoratori e dei contadini per opera di Franco, di Azana e di Companys!

Convertiamo la guerra imperialista di Spagna in guerra di classe!

Lavoratori del Messico!

Quando vi risveglierete!

Permetterete alla borghesia messicana di ripetere lo stesso inganno che in Ispagna? No! Necessiteranno anche per noi nove mesi di massacri per comprendere questo inganno? No! Che l'esempio di Barcellona ci serva di monito!

L'inganno della borghesia spagnola è stato possibile solamente perché tutti i capi avevano tradito, allo stesso modo che quelli del Messico, rimettendo la difesa dei loro interessi alla magnanimità del governo «operaista» e perché avevano convinto gli operai che la lotta contro il fascismo necessitava una tregua con la borghesia repubblicana.

I capi sociali del Messico hanno abbandonata la lotta per le conquiste economiche ed hanno aggiogato i lavoratori al governo.

Tutte le organizzazioni sindacali e politiche del Messico appoggiano l'invio delle armi da parte del governo di Cardenas agli assassini dei nostri compagni di Barcellona. Tutti danno il loro appoggio alla demagogia di questo governo. Nessuna organizzazione denuncia la vera natura del governo di Cardenas.

Se i lavoratori del Messico non creano un partito veramente di classe ed indipendente, finiranno col subire lo stesso disastro che i lavoratori di Spagna!

Solo un partito indipendente del proletariato può controbattere la manovra del governo che separa i contadini dagli operai con una distribuzione ridicola di un po' di terra nella Laguna, per aizzarli domani contro i lavoratori industriali.

La lotta contro la demagogia del governo, l'alleanza con i contadini e la lotta per la rivoluzione proletaria in Messico, sotto la bandiera del nuovo partito comunista, saranno la garanzia per il nostro trionfo ed il migliore aiuto ai nostri fratelli di Spagna!

In guardia lavoratori del Messico!

Non lasciatevi sorprendere dal falso operaismo del governo!

Non più armi agli assassini dei nostri fratelli di Spagna!

Lottiamo per un partito classista indipendente!

Abbasso i governi di Fronte Popolare!

VIVA LA DITTATURA DEL PROLETARIATO!

 

Gruppo di lavoratori marxisti del Messico

 

 

 

 

Da Marsiglia

La situazione spagnola e le ripercussioni sulla situazione italiana

 

 

La infame campagna dei machiavellici del centrismo nostrano batte nel suo pieno come dei corvi immondi balzano sui corvi dei proletari catalani e ne strappano i brandelli sanguinanti. L’”Humanité”, il “Grido del popolo” non hanno più limiti nella erudizione mercenaria, servile, patriottarda e sciovinista. Georges Soria e Mario Montagnana, nei loro articoli, sbavano tutto il loro odio di foraggiati contro il “trotskysmo”, gli “incontrollati” e gli “agenti di Franco” che avrebbero fomentato e diretto la rivolta degli operai della Catalogna.

I fatti sono nitidi ed inconfutabili: la polizia, per ordine del governo della Generalità, attacca la centrale telefonica, gli operai al di sopra di ogni etichetta, si difendono ed attaccano a loro volta. Lo sciopero generale è seguito da tutta la classe operaia in rivolta. Il governo, in difficoltà, chiede aiuti al fronte, all’imperialismo francese ed a Valenza. I mercenari di Mosca e di Amsterdam si schiereranno dalla parte della borghesia e saranno i più feroci nella repressione. Quali sono le spiegazioni di questi messeri? Sono semplici: la classe proletaria catalana diverrà una massa di controrivoluzionari. Lo sciopero generale voluto dai trotskysti (quali?) diverrà una manifestazione che non può che favorire Franco, i massacrati, degli agenti della 5a colonna.

Ma poiché, se si può arzigogolare con l’antifascismo, insultare i cadaveri, non è possibile giocare doppio gioco con la teoria della lotta di classe, allora si getterà la maschera e si mostreranno i volgarissimi grugni dei boia al servizio del capitalismo. E Giorgio Soria che comincia: “fin da ora è necessario che l’opinione pubblica sappia chi sono gli istigatori ed i responsabili contro il potere del governo”.

Conosciamo il P.O.U.M. ed il suo verbalismo comunista, gli amici di Durruti sembrano evolvere su un terreno mal sicuro, reso mobile dalle elucubrazioni teoriche del riformismo anarchico iberico. Ma quello che è importante da rilevare è la posizione dei terribili comunisti della IIIa Int., e circondari sparsi. Tutto il potere alla classe proletaria è diventata una frase o una parola che fa paura, sovvertitrice, e minaccia l’ordine costituito. Quale? E qui è Mario Montagnana che risponde: (n.24 del Grido del popolo) “Il governo in Ispagna non è comunista, anche se vi partecipano dei comunisti”. Certamente l’erudito marxista si guarda bene di fare l’analisi basilare di questo governo democratico, ma conclude che “i comunisti in Ispana non lottano per il socialismo, ma per la difesa della democrazia”.

E poiché in Catalonia gli operai erano stanchi di lottare per questa democrazia capitalista, sono insorti contro i poteri di uno Stato borghese, essi meritano tutti i rigori della giustizia … e nell’interesse della causa democratica si parteciperà alla più sanguinosa delle repressioni contro i proletari.

La criminale sfrontatezza dei mercenari della penna e della parola non avrà più limiti in seguito. La possente arma del proletariato, lo sciopero generale, mai contaminata espressione di forza e di indipendenza classista, gli operai catalani l’avrebbero usata a scopi contro-rivoluzionari. No, lo sciopero generale insurrezionale è stata la rottura manifesta fra le masse proletarie e l’immonda accozzaglia del F.P. spagnolo. E' stata la ribellione potente degli sfruttati contro la coalizzazione imperialista senza aggettivi. È stato uno squarcio di luce rivoluzionaria, contro l’inganno, ed il tradimento coniugato di tutti i partiti. Gli operai catalani, hanno altissimamente riaffermato la capacità combattiva, e la maturità politica di tutta la loro classe. Ancora una volta, soli hanno minacciato seriamente il potere capitalista, essi hanno compreso che Franco, cioè il fascismo, non si abbatte se non abbattendo il capitalismo.

La sconfitta dei contingenti del militarismo fascista sul fronte spagnolo del Guadalajara, ha fatto nascere o meglio rinascere le speranzielle assopite nella folta schiera dei Fronti Popolari nostrani; la fragilità morale dell’armata fascista li ha sorpresi. Rinnegati, transfughi e nemici del proletariato, hanno dato valore ed antifascistiche conclusioni al fattore dissolvente che serpeggia non solo nell’armata ma particolarmente in tutto il proletariato italiano. I più propensi a sottoscrivere in avanzo al tradimento futuro delle masse operaie, schiave del fascismo italiano, sono i nazional-comunisti ultimi arrivati nel fronte della contro-rivoluzione, hanno sentito imperiosamente il bisogno di rendere chiara la loro posizione nei confronti del capitalismo italiano. Il “Grido del popolo” (24 aprile 1937) fa scrivere al teorico Montagnana: i comunisti italiani lottano oggi all’avanguardia del popolo, non per il potere proletario, ma per la conquista della democrazia contro la politica anti italiana di Mussolini; ed in un’altra parte dell’articolo è detto: “i soldati italiani che, sul fronte di Guadalajara si sono rifiutati di sparare contro il battaglione Garibaldi, e quelli che sono passati spontaneamente nel campo repubblicano, non sono dei vigliacchi, non sono dei traditori della patria, essi al contrario hanno salvato l’onore dell’Italia, hanno lavato l’onta, ecc..”. Non c’è bisogno d’altra parte di estendersi in citazioni, i proletari che hanno partecipato alle riunioni indette in questi ultimi tempi possono giustificare come i vari Grieco ed altri messeri dello stesso stampo hanno compiuto dei ripugnanti atti di contrizione verso la democrazia e l’ordine borghese.

 

 

 

Prometeo, n. 146, 4 luglio 1937