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archivio > Lettere di Bordiga>31. Articoli di "Prometeo" sulla guerra di Spagna (Prometeo, n. 148, 15 settembre 1937)

aggiornato al: 02/08/2010

Prometeo, n. 148, 15 settembre 1937

«L'inferno fascista ha attualmente come suo equivalente quello sovietico. Qui come là è la bestialità feroce del boia, i crimini accompiuti nell'ombra delle prigioni politiche, lo sfruttamento spietato di milioni di lavoratori mantenuti nell' "ordine" da un formidabile apparato di repressione»

Così inizia un articolo del numero 148 del settembre 1937 di Prometeo da cui traiamo questi articoli sulla situazione in Spagna. La controrivoluzione trionfa ovunque: dalla Russia, all'Italia e fino alla Spagna.

La Frazione Italiana della Sinistra Comunista riesce ancora, anche se per poco, a far sentire la sua voce, la voce indomita del comunismo.

  

 

 

31

 

 

 

Il patto Massimalista-Anarchico

 

 

E’ in vista della difesa della «rivoluzione spagnola» che questo patto è stato concluso. Gli assassinati del 4 maggio a Barcellona, i seviziati di tutti i giorni a Valenza, Barcellona, Madrid, gli imprigionati nelle carceri «repubblicane» devono contemplare sinistramente questa farsa crudele che non cessa della «rivoluzione spagnola».

Perché, si chiederanno i proletari, non fare un patto in vista della difesa delle vittime proletarie nei centri repubblicani allo stesso titolo che nei centri fascisti? Giacché questa è la situazione: si assassinano qui come là, da Franco come da Negrin i proletari  che non si piegano alle crescenti esigenze del regime capitalista che fa la guerra in Ispagna.

La risposta a questa questione non è difficile. Massimalisti ed anarchici sono infangati fino al collo nelle responsabilità degli avvenimenti spagnoli. Parlarono di «rivoluzione» nel luglio 1936 e mobilitarono gli operai per partire per la «Spagna rivoluzionaria». Oggi che cosa dicono? Dicono forse che la guerra in Ispagna non è una guerra «rivoluzionaria»? Dicono che si sono sbagliati nel 1936? Ma nemmeno per sogno. Sarebbe troppo domandare a massimalisti ed anarchici i quali, perché non armati da una teoria marxista, hanno diritto a che non siano messi sul conto delle loro capacità intellettuali tutti i crimini che hanno commesso contro il proletariato.

Oggi come ieri massimalisti ed anarchici restano per la guerra, la vogliono combattere fino all’ultima goccia di sangue e Caballero in Ispagna resta una riserva per il capitalismo da impiegare forse quando Negrin sarà troppo discreditato per condurre al suo pieno sviluppo il massacro dei lavoratori.

Noi che parteciperemo ad ogni occasione che ci si presenterà di portare soccorso alle vittime del regime fascista o di quello repubblicano, dobbiamo mettere in guardia gli operai contro il tentativo politico di salvataggio delle loro correnti che fanno massimalisti ed anarchici. Questi sono definitivamente fissati al chiodo delle loro responsabilità, dei loro appelli del 1936 per la guerra, appelli interventisti che continuano d’altronde ancora oggi e la cui risposta proletaria non può consistere, come lo fu il caso nel 1917, che nello scatenamento della lotta di classe per fare, della guerra civile del capitalismo contro il proletariato, la guerra civile e rivoluzionaria del proletariato contro la borghesia.

 

 

 

 

Per la solidarietà di classe a tutte le vittime della guerra di Spagna

 

Giammai le frazioni di sinistra si sono trovate davanti una situazione così penosa. Il massacro spagnolo getta nella fossa migliaia di uomini, di donne, di fanciulli; le grida di dolore di una moltitudine di vittime proletarie nelle città esposte al bombardamento, accatastate nelle prigioni, fuggenti la morte e la rovina per cercare asilo; i lamenti dei famigliari che piangono un padre, un figlio, un marito; tutta questa spaventosa miseria prodotta dalla società capitalista, è sfruttata dalle forze della controrivoluzione per allargar ancor più questa visione.

Oh, lo sanno bene i traditori di tutti i colori, che il proletariato così generoso e così ingenuo si lascerà facilmente turlupinare e commuovere. La sua pietà per i fratelli di classe colpiti si manifesterà all’istante senza che esso comprenda che i mercanti di cadaveri ne faranno un articolo di esportazione per propagare sempre più la guerra sacra dell’ «antifascismo» contro il fascismo.

Anche le frazioni di sinistra non possono restare insensibili ai martirii, alle sofferenze della guerra di Spagna. Esse si sentono colpite, nella loro vita e nella loro carne all’evocazione del massacro spagnolo. Esse vorrebbero fare comprendere ai proletari come sia loro dovere di aiutare TUTTE le vittime di questa guerra imperialista: l’operaio che lotta contro l’antifascismo come quella che lotta con Franco; l’operaio tedesco che Hitler invia farsi uccidere come l’operaio italiano gettato sul campo di battaglia; il Moro come gli altri. LE FAMIGLIE DI TUTTI, I BAMBINI DI TUTTI.

Non vi sono in Spagna che dei proletari colpiti dall’antifascismo e dal fascismo e la solidarietà reale di classe consiste ad aiutarli tutti, senza aiutare gli uni per battere gli altri: questa è la canzone che il capitalismo fa cantare per far durare la guerra.

Le frazioni di sinistra rifiutano di partecipare a tutte le forme di solidarietà edificate dal Fronte Popolare e quelle che ne dipendono. Si tratta di imprese destinate a fuorviare la pietà, la solidarietà del proletariato e allo scopo di alleviare un poco la zona repubblicana per far durare la guerra.

I proletari che versano il loro aiuto a questi organismi debbono ribellarsi e reclamare che la loro solidarietà vada a tutte le vittime. Nei sindacati dovranno insorgere e preconizzare la solidarietà la più effettiva in questa direzione dove ogni compromesso colle forze della guerra non sarà più possibile.

LE FRAZIONI BELGA ED ITALIANA di fronte all’impossibilità di partecipare a qualsiasi delle forme e degli organismi di solidarietà costituiti dal Fronte Popolare, desiderose nel contempo di partecipare a una solidarietà reale di classe senza gettarsi nel girone della guerra HANNO DECISO DI COSTITUIRE UN FONDO DI SOLIDARIETA’ PER TUTTE LE VITTIME PROLETARIE DI SPAGNA.

Delle liste di sottoscrizione sono a disposizione di tutti i compagni che ne facciano richiesta.

 

 

 

 

La controrivoluzione in Spagna

 

 

Siamo alla vigilia del gran processo davanti al Tribunale contro lo spionaggio e l’alto tradimento nel quale sono implicati 18 dirigenti del POUM accanto a … 103  falangisti cioè fascisti spagnoli.

Il centrismo trionfa in pieno cogli stessi obbrobriosi metodi che applica in Russia. Si cerca cioè di insozzare le vittime che ci si appresta ad immolare. Perché la collusione pumista-falangista è l’edizione spagnola del cliché russo della collusione trotskista-gestapo e trotskista-nipponica o magari, per parlare italiano, di quella bordighista-fascista. I Pumisti vengono accusati di «spionaggio» e di aver fomentato le manifestazioni «sovversive» verificatesi nel maggio scorso. Cioè li si rendono responsabili del spontaneo tentativo di risposta proletaria a Barcellona contro la provocazione inscenata dal Fronte popolare spagnolo.

Tra gli imputati notiamo tutti i dirigenti del POUM: Andrade, Gorkin, Bonnet, Arquer. Manca, naturalmente, Nin perché lo hanno in anticipo massacrato.

Il governo di Valenza ha lasciato senza risposta diretta l’invito a smentire che si fosse trovato per le strade di Madrid il cadavere straziato dell’ex ministro della Giustizia alla Generalità della Catalogna. Ha ricorso invece ad un meschino ripiego affermando che Nin sarebbe … sparito misteriosamente dalle carceri. Metodo che non ha del resto il pregio della novità perché vi hanno ricorso più volte i regimi dei vari paesi «fascisti» ed anche socialdemocratici.

Il Fronte Popolare spagnolo non ha il coraggio di assumere le responsabilità e tutto ciò è di pura marca «democratica». Perché il centrismo è più spregiudicato e non esita a menar vanto delle infamie da esso perpetrate. Di Vittorio non ha forse, anche recentemente, ripetuto in una riunione alla Grange-aux-Belles a Parigi le sue sconce calunnie contro Berneri? I morti hanno sempre torto soprattutto di fronte ai loro assassini. A proposito di Di Vittorio ricordiamo come questo sporco figuro è stato durante la guerra interventista, imboscato naturalmente, e non è finito nelle corporazioni fasciste perché si vide rifiutata la direzione di quelle di Bari. E, fascista mancato, è diventato centrista.

I socialisti legati a filo doppio ai masnadieri del centrismo e che hanno innalzato, come vessillifero, il famigerato Nenni, masnadiero anche lui della stessa risma, si limitano a timidi rimarchi di inopportunità e a riserve a fior di labbra.

Così vediamo il «Nuovo Avanti» riprodurre senza commento, quindi approvandola, la nota poliziesca sul processo contro il POUM: «Il Tribunale di Giustizia (?!) dovrà premunirsi di tutte le garanzie del Diritto per applicare la legge di Difesa della Repubblica senza tollerare nessuna pressione che potrebbe dar luogo a manifestazioni incompatibili con lo spirito stesso del Diritto (?!) a cui si ispirano i giudici del Tribunale di Stato»

Ma se Franco avesse vinto… mi par di sentir obiettare qualche anarchico, soprattutto se nostrano e imboscato per giunta. Ebbene la stampa anarchica medesima denunciava recentemente come la C.N.T. lamentasse 800 dei suoi aderenti arrestati e 60 «scomparsi» vale a dire fucilati sommariamente. Tutto questo al di fuori del bagno di sangue di Barcellona del maggio scorso.

Di fronte a una tale situazione ha un vero sapore di corbellatura, per non dir peggio, la conclusione che Louzon mette alla sua serie di articoli sulla situazione in Ispagna: «La C.N.T. non è più al potere, ma fatto fondamentale, essa resta la Forza. Il 4 maggio essa aveva la superiorità militare e ancora la conserva. La C.N.T. non ha che dire una parola per essere la forza dominante in Catalogna; né in Catalogna né nel resto della Spagna (?) esiste forza capace di impedirglielo. Ma potrà essa tenersi in piedi  contro tutta l’Europa coalizzata contro di noi?».

La canzone non è nuova. La hanno intonata… i nostri riformisti nel 1919-1920 per cercare di frenare in Italia l’attacco del proletariato al potere.

La C.N.T. è la «forza dominante» ed intanto la reazione antioperaia batte in pieno in Spagna ed il centrismo, pattuglia di punta della controrivoluzione borghese, s’abbandona impunemente  ad un’orgia di terrore e di sangue e i proletari classisti, anarchici compresi, vengono arrestati quando non addirittura abbattuti come cani per le strade. 

 

PROMETEO ,  n. 148  15 settembre 1937