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archivio > Articoli su Bordiga>Pino Carabelli, Rivoluzione e cemento armato (Vita, 24-30 marzo 1966)

aggiornato al: 27/11/2007

Vita, 24-30 marzo 1966

L'articolo che qui proponiamo ci riporta alla pubblicazione, con nome e cognome dell'autore (e prefazione di Giorgio Galli), per la casa editrice «Editoriale Contra» nel 1966 di  Struttura economica e sociale della Russia d'oggi. L'uscita di quel libro (che oggi rappresenta una rarità bibliografica), riedito poi nel 1976 come anonimo lavoro collettivo di partito da parte di il programma comunista, fu accolta male da Amadeo Bordiga e dai comunisti internazionalisti che si raccoglievano attorno al  Partito comunista internazionale. Organizzazione che comunque, dopo la morte di Bordiga, fu all'origine della casa editrice Iskra che cominciò a pubblicare, con nome e cognome, altri lavori di Amadeo Bordiga.

Sulla reazione di Bordiga all'iniziativa della  Editoriale Contra ci pare utile riportare i brani più significativi di una sua lettera indirizzata da Napoli il 27 gennaio 1966 ad Oreste Mosca, giornalista e scrittore campano con cui Bordiga intratteneva un rapporto di amicizia.

Ecco quanto scriveva Bordiga:

 

«Non solo non ho a che vedere con lo smercio bottegaio del libro, ma nemmeno colla sua preparazione. Non è stata fatta dal mio partito e questo non vi avrebbe apposto il mio nome. Si tratta di qualche fessacchiotto che ha animo piccolo-borghese di lustratore di scarpe, e come piccolo borghese vive di espedienti truffaldini (tu dici che il libro è andato a ruba, ma io non credo che quei tali faranno un affare: li chiamo truffatori nel senso borghese). Non mi hanno mai dato fastidio né ne hanno dato alla mia causa i borghesi ladri, ma gli onesti. Quindi lascio perdere l'episodio, e la stessa indifferenza accoglie l'uso il non uso e l'abuso del mio nome anagrafico. Il punto vitale è ben altro».

 

 

 

Rivoluzione e cemento armato

 

E' il più brutto scherzo che potessero giocare a quel vecchio rivoluzionario che è Amadeo Bordiga: l'uscita di un volume, che porta la sua firma, intitolato «Struttura economica e sociale della Russia d'oggi». Uno scherzo che ha mandato in bestia il fondatore del partito comunista d'Italia, l'acceso leninista e altrettanto acceso avversario di Stalin.

Il libro non era stato autorizzato. Nel suo eremo di Napoli, il settantaseienne Amadeo Bordiga, colui che fu l'uomo più potente del comunismo italiano, si occupa apparentemente soltanto di costruzioni in cemento armato. E' infatti laureato in ingegneria e un tecnico di notevole valore nel calcolo di costruzioni. Un uomo scorbutico che da un trentennio almeno non rilascia interviste e, quando acconsente di incontrare un giornalista - per un semplice e sbrigativo colloquio - ama parlare soltanto per paradossi e soltanto per «mordere». Esattamente come faceva negli anni venti e come ha fatto in Russia qualche anno più tardi dicendo «no!» a Stalin che domandava di incontrarlo in un albergo moscovita.

Perchè Amadeo Bordiga, figlio di un docente universitario e di una contessa veneta, ha mantenuto per tutta la vita la massima intransigenza rivoluzionaria. Quella che lo ha portato a dichiarare: «La proprietà intellettuale è la più borghese e mercantile rivendicazione della peggiore forma di proprietà privata». Per questo scritti di Amadeo Bordiga, scritti autografi s'intende, non erano mai apparsi pur essendoci in Italia migliaia di simpatizzanti del vecchio «leader» del marxismo integrale.

Amadeo Bordiga non aveva mai accettato di porre la propria firma sotto nessun pezzo giornalistico. Sentendo che è apparso addirittura un suo libro (il secondo volume è già annunciato) è andato letteralmente in bestia. Ma non ne ha negato la paternità. Non poteva infatti farlo, come vedremo. Si è limitato a dire «Me ne frego». Un motto che certo non era stato coniato per apparire sulle labbra di un Bordiga.

La Casa editrice che ha messo in commercio il lavoro del vecchio comunista è milanese: la «Contra». Una casa diretta da giovani «impegnati» - di formazione marxista ma non legati a partiti e in posizione critica soprattutto nei confronti del PCI - che intendono immettere sul mercato editoriale italiano testi fondamentali per la conoscenza del mondo politico.

Amadeo Bordiga ha «fatto le spese» di questa iniziativa. Quale nome più prestigioso infatti per firmare un testo di critica alla Russia d'oggi? Il primo volume contiene passi importanti e critiche accese. Basti pensare che l'amico di Lenin, richiesto di un parere sul contrasto Cina-URSS, rispose tempo fa: «La Russia è ormai stato capitalista mentre la Cina è ancora alla fase precapitalista, quasi feudale. Quindi è senz'altro meno fetente la Cina». Quel «fetente», pronunciato alla napoletana, è sintomatico: sta ad indicare che Bordiga detesta i mezzi termini, i giri di parole, i modi diplomatici. Anche per questo il volume edito a Milano, e presentato da Giorgio Galli, noto autore di una delle più importanti opere sulla storia del partito comunista italiano, riveste grande interesse.

Bordiga non può sconfessarlo perchè i testi sono effettivamente suoi, anche se lui non ha concesso l'autorizzazione a riunirli in volume e a siglarli col suo nome e cognome.

Per capire come si possa aver pubblicato un libro che l'autore non ha voluto scrivere, bisogna far luce sulla vita di Amadeo Bordiga. L'ingegnere napoletano, che apprese la sua espulsione dal PCI nel 1930, esattamente nel momento in cui tornava da tre anni di confino all'isola di Ponza, dopo il 1945 riprese la sua posizione di teorico e propagandista del verbo marxista. Estraneo ad ogni organizzazione di parte, rinunciò a cariche e si limitò a creare un organo personale di stampa che è edito a Milano ed esce quindicinalmente.

Si tratta di Programma comunista, un foglio che circola fra i fedelissimi bordighiani e che le federazioni del PCI considerano addirittura sacrilego. E' un giornale che Bordiga scrive tutto da sé senza però che il suo nome compaia mai, in nessun angolo del giornale e tanto meno sotto un articolo. Questo perchè il vecchio rivoluzionario considera la firma giornalistica una delle tante manifestazioni del «culto della personalità»: grande antitesi del marxismo integrale. Nella concezione bordighiana, l'anti individualismo è tanto radicato da non ammettere neppure che si parli della sua persona. Così è spiegato il suo temperamento scorbutico, la totale assenza di scritti autografi, la volontà di mantenere un isolamento assoluto. Fa parte, anzi è il «leader», dei comunisti internazionalisti, ma il suo è un partito senza ambizioni politiche. Un movimento di utopisti. «Sono sempre stato - disse una volta Bordiga - per il partito chiuso, quindi non scrivo che per la stampa del mio partito indirizzata a gente del partito stesso».

Ma qualcuno fra i dirigenti della casa editrice «Contra», pare il figlio di un vecchio compagno di battaglie di Amadeo Bordiga, nelle annate di Programma comunista è stato capace di selezionare tutti i pezzi scritti dall'ingegnere leninista. E' stata una scelta fatta con rigore matematico. Non affidata quindi soltanto all'identificazione dello stile. Qualcuno vicino al fondatore del partito comunista d'Italia ha violato la consegna dell'anonimato e del silenzio per dare vita a questo volume che probabilmente resterà l'unico apparso nelle librerie con Amadeo Bordiga ancora vivo.

Sono scritti di Amadeo Bordiga susseguitisi per diversi anni, con commenti ad ogni avvenimento di attualità. In particolare con commenti alle strutture della Russia del giorno d'oggi. Una lettura interessante, un volume attualissimo che interessa i cultori della politica e fa «andare in bestia» il vecchio rivoluzionario marxista. Lo scorbutico fondatore del partito comunista d'Italia, che riempie di sé un giornale ogni due settimane ma che è pronto a giurare d'occuparsi soltanto di cemento armato.

 

Pino Carabelli

 

Vita, 24-30 marzo 1966