Cerca nel sito



 


archivio > Archivio sulla sinistra>Primo maggio 1937 (Prometeo, n. 144, 1 maggio 1937)

aggiornato al: 14/02/2010

Prometeo, 1 maggio 1937

Riproduciamo questo bel manifesto apparso su Prometeo in occasione del Primo maggio 1937. L'atmosfera è cupa e all'orizzonte si intravedono i bagliori e si sente il rumoreggiare di tuoni che annunciano la nuova guerra imperialista.

Ma chi rimane, di fronte al tradimento collettivo, sulle posizioni classiste del proletariato non può che rilanciare il suo grido di lotta per la rivoluzione comunista.

 

 

Primo maggio 1937

 

 

Proletari!

E' sotto il segno dell'Unione Sacra che si sono svolte le manifestazioni del Primo Maggio 1936.

E' in una atmosfera di guerra imperialista in tutti i paesi, che gli avvenimenti si sono in seguito sviluppati: L'impresa brigantesca dell'imperialismo italiano in Abissinia ha rappresentato il primo anello di una catena immensa che - traverso le migliaia di proletari assassinati in Ispagna - avvince ormai il corpo del proletariato internazionale.

Come nel 1914, il capitalismo è riuscito ancora una volta nella sua crudele mistificazione. E' scoccata l'ora in cui i contrasti insolubili della società capitalista appaiono nella forma estrema dell'intervento delle armi e la storia non potrà rinfoderar  le sue armi che il giorno in cui la distruzione del sistema infame del capitalismo permetterà di distruggere per sempre questi istrumenti di morte, ma la sola forza capace di abbattere il regime borghese, il proletariato, non può condurre questa battaglia che alla condizione di esprimere dal suo seno l'organo che solo può condurlo alla vittoria, l'alveo da cui solo può sorgere la società comunista di domani: il partito di classe.

L'assenza del partito di classe è la manifestazione crudele dell'incapacità del proletariato mondiale a realizzar la sua vittoria rivoluzionaria e la rivelazione del destino sanguinoso che gli è riserbato: carne da cannone nel massacro della guerra imperialista.

Come nel 1914, sotto le forme nuove reclamate dalle condizioni attuali, il capitalismo ha profittato del vostro odio contro le forme le più macabre della sua dominazione, per chiamarvi alla lotta, sotto la sua direzione, per preservarvi dal più grande disastro. Ma in realtà ciò che era minacciato di disastro era il regime capitalista tutto, ed in tutti i paesi; la sola via di scampo che restava alla borghesia era di farvi credere che la sua propria battaglia fosse la vostra, che la sua propria salvezza fosse la vostra, che sacrificando le vostre vite avreste lottato pel socialismo, quando all'incontro vi battevate per la salvezza dei vostri nemici. Il terribile agguato! Schiacciare il fascismo non è possibile che schiacciando il capitalismo, affidarsi alla borghesia, tollerarne la direzione, significa gettarsi nel vortice della guerra imperialista; come nel 1918, il proletariato non ritroverà il suo cammino che scatenando la sua guerra civile contro tutti gli stati capitalisti, lo stato sovietico compreso che ha legato il suo destino a quello degli sfruttatori di tutti i paesi. E come i bolscevichi ce lo hanno insegnato,è solo traverso la via delle frazioni che si approntano, da oggi, le basi dell'organismo che solo potrà condurre il proletariato mondiale alla vittoria: l'Internazionale della Rivoluzione Comunista mondiale!

 

Proletari!

Già all'epoca della guerra italiana in Abissinia, i traditori vi avevano chiamati ad affidar le vostre sorti alla Società delle nazioni, la Società dei Briganti contro cui l'Ottobre 1917 ha rappresentato la sola risposta che il proletariato e gli sfruttati coloniali possano opporre al nemico. La Società delle nazioni ha rappresentato la miglior condizione per preservare il capitalismo italiano dalla crisi che lo minacciava e le sanzioni offrirono il pretesto per presentar «lo straniero» come il responsabile delle difficoltà che sconquassavano la situazione economica del paese. I traditori socialisti e centristi hanno fatto delle vostre manifestazioni del I° Maggio 1936, il complemento della manovra che sviluppava la jena fascista in Italia e in Germania. Nei paesi fascisti lo «straniero» era presentato come il responsabile della gravità della situazione, nei paesi democratici e nell'U.R.S.S. si attribuì al fascismo la responsabilità della gravità della situazione interna ed internazionale, si presentò il fascismo come la minaccia permanente alla pace e fomite di guerra, come il solo pericolo che minacci le libertà operaie. Da una parte e l'altra, negli stati fascisti come in quelli democratici e nel sovietico, la sola soluzione consisteva nella danza infernale della corsa agli armamenti ed è unicamente gettando miliardi nelle industrie di guerra che il capitalismo ha potuto riattivare la sua economia che una crisi mortale ha gettato in un vicolo cieco da cui non potrà uscirne mai più. Le somme gigantesche che in tutti i paesi sono consacrate agli armamenti, rappresentano il vostro lavoro che il capitalismo non è più in grado di investire nella produzione in un mercato che non può più essere esteso e che solo il proletariato potrà, colla sua vittoria, liberarlo dalle prigioni capitaliste. E i prodotti che ne risultano, le armi,  anche quando non sono impiegate nel massacro mondiale, anche se esse verranno distrutte domani, per essere sostituite da altre più perfezionate, rappresentano una colossale distruzione del vostro lavoro, delle masse immense di capitali sorti dallo sviluppo gigantesco della tecnica di produzione. Durante l'anno scorso, e senza che ci sia stata guerra mondiale, le somme spese negli armamenti superano quelle che furono impiegate, a tale scopo, nel corso della guerra 1914-18.

Ma se, nel campo economico, il capitalismo può ancora traverso manipolazioni monetarie ed altre, traverso l'industria degli armamenti, distruggere la forza che rappresenta il lavoro degli operai, nel campo politico e sociale invece, il capitalismo si trova nella necessità di fare ricorso a tutte le risorse di cui dispone. Nel corso dell'ultimo anno si è trovato nella impossibilità di esitare, tutto è stato messo a profitto, tutte le forze che rappresentano unbubbone capitalista sul corpo proletario hanno dovuto essere azionate.

In Francia, in faccia delle masse innumeri che violano, colla occupazione delle fabbriche, la legalità borghese, è il Fronte Popolare che sarà impiegato dal capitalismo per frenar l'attacco delle masse. Agli Stati Uniti, per arrestare un movimento analogo che si dirige verso l'occupazione delle officine,  Roosvelt si affretta a riconoscere le organizzazioni che spazzano via i vecchi sindacati gialli. Nel Belgio è affermando che lo Stato salvaguarderà il diritto di sciopero, che si riesce a fiaccare  l'attacco del giugno 1936. Nelle zone industriali di Spagna, è facendo credere agli operai che lo stato capitalista può socializzare l'economia, che il nemico riesce a spezzar l'attacco rivoluzionario delle masse. Nei paesi a dittatura fascista e centrista, dove la situazione impone al capitalismo di risolvere unicamente coll'assassinio, i lavori forzati, la deportazione, gli isolatori, i problemi sociali che sorgono, la situazione matura le grandi tempeste del domani, che accenderanno l'incendio della rivoluzione mondiale. Le misure spietate di repressione, Mussolini, Hitler, Stalin lo sanno per l'esperienza che fecero i loro predecessori dell'anti-guerra, non sono che espedienti che rivelano al tempo stesso, la più grande maturazione rivoluzionaria nei paesi che ne sono il teatro.

Di fronte a un capitalismo che ha ricorso alle forme estreme della corruzione, della manovra, dell'inganno in taluni paesi, della repressione la più abominevole e sanguinaria in altri, il proletariato erige il suo edifizio, lo innalza sulle fondamenta granitiche dei suoi caduti, di quelli compresi che il capitalismo massacra e crede per sempre sotterrati perché vittime della sua mistificazione.

Esiste opposizione brutale tra gli scioperi di Francia ed il Fronte Popolare; tra il Frente Popular, spalleggiato dall'appoggio degli anarchici, e le battaglie rivoluzionarie della prima settimana degli avvenimenti in Ispagna. Ciò che rivela questa opposizione è che il Fronte Popolare, gli anarchici sono incastrati nello stato nemico; che gli scioperi, le lotte armate degli operai contro i fascisti sono altrettanto attacchi contro lo stato capitalista, l'organo specifico di dominazione della borghesia. Intrufolarsi nel Fronte Popolare sotto il pretesto di fare avanzare la lotta di classe, sarebbe come dire di penetrare nello stato borghese per trasformarlo in organo socialista. E' unicamente col restare in opposizione costante contro tutte le forme di dominazione capitalistica che si resta sul terreno della lotta del proletariato, che si assestano colpi alla jena fascista che la democrazia e il Fronte Popolare, affiancati dagli anarchici, alimentano dissimulandola sotto le loro bandiere. Il Fronte Popolare, con la sua lotta contro il proletariato francese, toglie così ai proletari d'Italia e di Germania l'unico aiuto che li può sostenere nella lotta feroce contro il fascismo; divien l'ausiliare diretto di Mussolini e di Hitler.

All'internazionalismo capitalistico non può corrispondere che l'internazionalismo del proletariato e, nella situazione attuale che vede una guerra mondiale concentrarsi in Ispagna solamente, come nella guerra mondiale (nel caso in cui la manovra capitalista per la localizzazione della guerra imperialista non riuscisse) è solo nel segno della lotta contro il proprio imperialismo che il proletariato può sviluppare la sua battaglia. Dal momento in cui la lotta è diretta contro il capitalismo, essa assesta i suoi colpi anche contro la forma più spietata della sua dominazione. Se questa lotta è diretta dal nemico, esso non può condurre che allo schiacciamento del proletariato.

Il capitalismo francese crede giunto il momento per imporre la «pausa»: Blum risponde presente, e dopo che le sue forze di polizia hanno mitragliato gli operai, reclama al Consiglio nazionale del Partito Socialista che si adottino misure di esclusione contro gli elementi della sinistra, (schiene di caucciù che non potevano fare altro che piegarsi alle sue intimazioni).

Sanzioni non contro gli assassini, ma contro quelli che avevano osato protestare nel seno del Fronte Popolare e che si sono del resto affrettati a fare atto di contrizione. Ecco il Fronte Popolare!

 

Proletari!

Niente scoraggiamento! Tutto sembra esser crollato, ma è crollato quanto doveva crollare, perché non vi apparteneva; era un prolungamento della dominazione borghese [tre righe incomprensibili].

Ma ciascuna di esse ha rappresentato una tappa della vostra ascensione verso la vittoria finale. Il loro crollo contiene pure la condizione del rinnovamento e della ricostruzione. Di fronte al capitalismo che si lancia all'utilizzazione disordinata di tutte le sue riserve, sono gruppi ristretti di proletari che operano oggidì per raccogliere i materiali per la rivoluzione. Ma domani masse immense di operai si ergeranno in tutti i paesi e faranno fecondare la semenza che le frazioni della sinistra comunista, penosamente, nell'isolamento, stanno gettando, tra le macerie delle istituzioni che il capitalismo ha potuto lentamente corrompere, per trascinarle infine nella tormenta dei suoi contrasti che ormai precipitano nella guerra imperialista.

E' nel corso di secoli intieri che si svolge il corso delle rivoluzioni borghesi. Ma il ritmo delle rivoluzioni proletarie è più rapido. Il capitalismo non poteva neppur sognarsi di restare al potere per un lungo periodo, come è stato il caso delle classi che lo hanno preceduto nella funzione di sfruttatrici delle masse lavoratrici. Dal suo apparire, il carattere collettivo dei mezzi di produzione opponendosi irrimediabilmente alla appropriazione privata, apriva la via alla sua sparizione e, dopo la guerra del 1914, i cataclismi sociali si sono susseguiti senza tregua e si sono estesi in tutti i paesi, anche a zone immense di paesi coloniali E' a passi di gigante che avanza la rivoluzione comunista, perché è a passi di gigante che il capitalismo deve divorare tutte le riserve di cui dispone nel seno del proletariato ed è finalmente a passi di gigante che il proletariato fa la sue esperienze da cui è fecondato il partito di classe, l'organo della sua vittoria e della sua emancipazione.

 

Proletari!

Gli avvenimenti di Spagna provano luminosamente che nessuna disperazione deve turbare i vostri spiriti. La prima settimana di questi avvenimenti è una indicazione che conferma del resto tutte le lezioni precedenti. In certi momenti dell'evoluzione della società capitalista, il proletariato si lancia nella via rivoluzionaria con una forza che può sembrare istintiva, ma che in realtà non lo è, perché questa forza radica in tutto il passato che ribolle nel cervello degli operai anche se un partito non ne ha lievitato i fermenti. I contrasti capitalisti conducono inevitabilmente allo sbocco di situazioni in cui gli operai imboccano direttamente il cammino della rivoluzione. Alcuna forza al mondi può salvaguardarne il capitalismo perché quest'ultimo porta nelle sue viscere l'inevitabilità della esplosione del domani. Abbiamo perduto mille battaglie, ma ciascuna di esse contiene un elemento supplementare di insegnamenti pel trionfo del comunismo.

L'ora è scoccata di passare alla costituzione del primo nucleo dell'Internazionale della Rivoluzione perché le situazioni economiche e politiche si verificano in tutti i paesi nell'ambito della guerra imperialista.

L'ora è già scoccata in cui, dopo l'entrata dell' U.R.S.S. nella Società delle nazioni, la sola forma della lotta contro lo stato proletario degenerato è quella dello scatenamento delle lotte di classe in questo paese, alla stessa stregua che in tutti gli altri, fascisti e democratici. L'ora è scoccata in cui di fronte ad organizzazioni sindacali incorporate allo stato capitalista, il proletariato non può rispondere che collo scatenamento delle lotte rivendicative al di fuori e contro le direzioni legate al piano dell'economia di guerra del capitalismo. Il nemico potrà trascinar a suo rimorchio i sindacati attuali. Gli operai, anche se non potranno strapparli al nemico, non esiteranno un istante a fondare i nuovi organismi, quando le situazioni permetteranno la costituzione di possenti organizzazioni unitarie di massa, canalizzate dal partito di classe nella via della rivoluzione comunista.

 

Proletari!

Si voleva chiamarvi a volgere i vostri sguardi verso l'Esposizione Internazionale di Parigi, dove sono esposte le meraviglie della vostra produzione, ma dove è anche santificato l'edifizio dello sfruttamento capitalista.

Voi vi rifiuterete di prestarvi a tale cinica farsa!

Voi avrete nel vostro spirito un'altra Esposizione, quella che accumula realmente i fondamenti della vostra liberazione, della Rivoluzione Comunista. L'Esposizione che congloba le vostre opere, i vostri martirii quella che esprime le vostre aspirazioni, l'Esposizione che contiene i ricordi dei morti di Chicago, di Fourmies, dei Comunardi di Parigi, dei morti senza fine di tutti i paesi. Quella che è stata recentemente bagnata dal sangue degli operai spagnoli, di Clichy, quella dove si trovano anche le opere vostre ammirevoli, quelle che portano i nomi di Marx, Engels, Lenin, ma che sono prodotto vostro, proletari di tutti i paesi.

Le manifestazioni del I° Maggio sono state accompagnate dalla lotta sanguinosa per la conquista delle 48 ore. Le cataste di cadaveri accumulati dal capitalismo prima di cedere a questa conquista proletaria, vi permettono di sventare la vile manovra del Fronte Popolare che vuole farvi credere che una misura destinata a far fronte alla disoccupazione e che i loro compari fascisti avevano già applicato da anni, possa esser qualificata come la conquista della settimana delle 40 ore.

 

Proletari!

Fuori dalle manifestazioni d'Unione Sacra!

Fissate i vostri sguardi alle riunioni ristrette dove si adunano i militanti della vostra classe.

Abbasso il capitalismo e le sue tre forme di dominazione: fascista, democratica, centrista!

Al di là e contro le barricate che sezionano il corpo della classe operaia di Spagna e di tutti i paesi, opponete il vostro grido internazionalista per la fraternizzazione degli operai di tutti i paesi e degli sfruttati delle colonie, per la guerra civile, contro las guerra imperialista.

Viva l'internazionalismo proletario!

Viva le frazioni della sinistra comunista!

Viva il primo centro internazionale della Internazionale della Rivoluzione!

Viva la Rivoluzione comunista mondiale

 

LA FRAZIONE ITALIANA DELLA SINISTRA COMUNISTA INTERNAZIONALE

 

 

Prometeo, n. 144, 1° maggio 1937