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archivio > Archivio sulla sinistra>Il proletariato mondiale deve rispondere agli assassini di Mosca (Octobre, n. 2, mars 1938)

aggiornato al: 22/01/2011

Octobre, n. 2, mars 1938

 Questo articolo con cui inizia il n. 2 di Octobre del marzo 1938 è dedicato ai processi che già da un paio di anni imperversano in Russia contro i dirigenti bolscevichi che erano stati alla guida del partito e della rivoluzione nell'ottobre del 1917.

Tra lo sbigottimento e la rassegnazione dei più  Octobre sa veder chiaro nell'azione dello stalinismo arma della controrivoluzione mondiale e sa dire a chiare lettere chi sia ormai al potere in Russia.

Octobre, che rappresenta la continuazione di Bilan, inizia le sue pubblicazioni nel febbraio del 1938,  sarà, come è indicato nel sottotitolo «organe mensuel du bureau international des fractions de la gauche communiste» ed uscirà, come era stato per Bilan in lingua francese. Ne usciranno cinque numeri, i primi quattro a scadenza mensile dal febbraio al maggio del 1938, il quinto numero ciclostilato (mentre gli altri erano a stampa) nell'agosto 1939, un mese prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.

 

 

Il proletariato mondiale deve rispondere agli assassini di Mosca

 

 

La sanguinosa tragedia ricomincia. Vecchi bolscevichi compaiono di fronte a un Tribunale Militare che sa anticipatamente di dover emettere condanne a morte.

Tutti confessano dei crimini gli uni più inverosimili degli altri e il processo si svolge come una sceneggiatura di cui un abile direttore di scena abbia regolato tutte le parti.

Bucharin riconosce di aver cospirato con Trotsky la morte di Lenin nel 1918; Rykov confessa con un sorriso («senile» farà notare un corrispondente straniero) di essere un agente della Germania,  del Giappone, dell'Inghilterra e di chi altro si vorrà; Krestinsky, in un momento di lucidità, protesta, ma la Ghepeu, dopo l'arresto di sua moglie, otterrà delle confessioni complete; Rakovsky parla dei suoi «tradimenti» e si fa carico di delitti che l'infame Procuratore dell'Inquisizione centrista precisa man mano. Tutti si professano colpevoli, come Zinoviev, Kamenev, Smirnov, Piatakov e gli altri.

Si rimane confusi, pietrificati dall'orrore di fronte a questo gigantesco abominio. Mai la demenza centrista e il furore anti-rivoluzionario avevano raggiunto tali proporzioni. Trotsky che, nel 1921, era il secondo capo dello Stato operaio, si sarebbe, secondo l'atto di accusa, venduto ai servizi inglesi. Ma, Lenin, allora? Probabilmente fu un agente della Germania come affermarono i menscevichi di destra e tutte le forze borghesi nel 1917. Perché non si porta in giudizio la mummia di Lenin? Ma Stalin non la teme perché non parla né capisce. E' sufficiente censurare gli scritti del capo di Ottobre e incensare il suo mausoleo.

Perché parlare delle accuse ufficiali contro i vecchi capi dell'Ottobre? Nessuno ci crede e il loro carattere ultra fantasioso è un soggetto degno di alienati ma non di rivoluzionari.

Dopo l'agosto 1936, l'assassinio di Zinoviev-Kamenev, il massacro di proletari, di  militanti dell'Ottobre, di capitolardi di ieri, di centristi in disgrazia, di generali dell'Armata rossa, tutto ciò ha preso delle proporzioni spaventose. Nel silenzio delle prigioni, il boia, con una pallottola alla nuca, esegue le direttive per la «costruzione del socialismo» e i processi sono delle apologie che le vittime devono fare dei loro assassini. Questi processi sono delle vere provocazioni contro il proletariato russo e mondiale, occasioni per suscitare una atmosfera di pogrom contro lo spirito rivoluzionario. 

Il centrismo ha preso su di sé di difendere tutta l'umanità, tutta la specie umana assassinando gli uomini della rivoluzione del 1917. Oh, avrebbe potuto farli sparire in silenzio, nell'ombra alla maniera di Stalin. Gli scherani della Ghepeu conoscono il loro mestiere: Ma bisognava dare agli oppressi russi e di tutti i paesi, l'ignobile spettacolo di processi in cui comparivano dei «cadaveri viventi», dei morti per un breve tempo in vacanza.

Vedete quindi, hanno tutti tradito e solo l'incrollabile Stalin è rimasto fedele. Resta solo lui dell'Ufficio Politico del 1917. E i cadaveri ambulanti che sono diventati i Bucharin e soci, poveri uomini triturati da una Inquisizione più feroce e più raffinata di quella di Filippo II, confessano, confessano con dei dettagli che fanno dubitare della ragione di tutti i protagonisti di questi processi.

Perché  Krestinsky ritratta il suo gesto di rivolta?  Perché Bucharin e Rakovsky, che conoscono senza dubbio la sorte che li attende si prestano agli interrogatori di questo Fouquet-Tinville in maschera che è Vichinsky? e Rikov? E gli altri? Sono in 21 a porre la loro testa al boia. Anche alcuni medici sono incolpati di omicidio volontario. Gorki sarebbe morto avvelenato! Ci sono voluti più anni per accorgersene. Ed essi confessano una cosa del genere  con una stupidità che sgomenta. Domani si fucileranno degli operai, dei contadini con i motivi più idioti: uno per il suo fisico anticentrista, l'altro per il suo modo di vestirsi e ben presto i cattivi raccolti avranno i loro "trotskisti" colpevoli di aver provocato il maltempo e tutte le intemperie.

E' la demenza più completa. Bisogna solo, come tutte le cose, spiegarla. E la spiegazione esiste.

In ogni paese, la guerra ruggisce sotto la forma di battaglie territoriali o sotto quella dell'economia di guerra. Il capitalismo gira e rigira il ferro caldo della repressione o del massacro imperialista tra i ranghi operai. Le convulsioni della guerra soffocano le convulsioni della rivoluzione  e tutte le forme di dominio capitalista rinchiudono il loro dominio sugli sfruttati. Il fascismo, la democrazia, il centrismo evolvono parallelamente in questa direzione che vuole sostituire al pericolo della rivoluzione i soprassalti della guerra.

Ma reprimere la rivoluzione non vuol dire sopprimere i contrasti che minano ogni paese. Gli antagonismi di classe rimangono e, in mancanza della loro esplosione, appaiono e diventano dei canali di deriva, delle valvole di sicurezza del dominio capitalista tutta la gamma di opposizioni secondarie proprie al sistema borghese.

La Russia è caduta dal campo proletario nel campo capitalista. Con armi e bagagli è passata dall'altra parte e il suo «socialismo» ha acquisito lo stesso valore del nazional-socialismo di Hitler. E' stato necessario, nel periodo tumultuoso dell'entrata nel girone della guerra, decapitare la generazione dell' Ottobre: decapitare tutte le teste che esprimevano, o erano suscettibili di esprimere, un contrasto particolare alla struttura capitalista dell'Unione Sovietica.

All'epoca  delle brigate del lavoro e dello Stakanovismo si fucilavano i «sabotatori». Poi si fucilarono, nel nome di Kirov, centinaia di militanti per giungere al processo dei sedici. La guerra di Spagna stava iniziando. La nuova Costituzione ebbe il suo bagno di sangue e i suoi nuovi processi. Siamo quasi all'ultimo atto. Rimangono Stalin, Litvinov, Vorochilov e qualche altro, di cui molti spariranno bruscamente, fino al giorno in cui Stalin riceverà quanto ha riservato fino ad oggi ai suoi complici. Ma la sua ora sarà anche quella di Mussolini ed Hitler e il segnale dell'attacco rivoluzionario operaio.

Ogni tappa dell'evoluzione contro-rivoluzionaria della Russia è incisa in lettere di sangue nelle carni del movimento operaio internazionale e del proletariato russo. Dopo l' ecatombe del 1927 in Cina, ecco il fascismo in Germania e poi il martirio degli operai russi che pagano con il loro sangue la realizzazione dei piani economici.

Il centrismo non può più vivere in altra atmosfera se non quella dell'assassinio di massa. Come  potrebbe sopravvivere un regime in cui l'operaio è sfruttato allo stesso modo dei più esecrabili degli inferni capitalisti? Un regime che vale quello di Hitler e che spesso lo supera in crudeltà. Dalla Germania e dall'Italia si riesce ad uscire, ma dalla Russia è raro. Quando esistono delle difficoltà economiche in Russia  c'è una sola misura che si prende: le esecuzioni. Se sorgono complicazioni internazionali, una sola misura: esecuzioni. E dato che non bisogna svelare l'impasse in cui ci si trova, si mettono in piedi dei romanzi polizieschi recitati da vecchi bolscevichi offerti in sacrificio.

La borghesia non chiedeva molti dettagli e cose inverosimili per applaudire alla sparizione degli ultimi artefici di Ottobre; non chiedeva tanto per ghignare beffardamente il suo trionfo e proclamare il fallimento certo di ogni sforzo rivoluzionario.

Persino i suoi avvocati social democratici sono un poco spaventati e si coprono il volto.

Sono però i vostri complici, Signori, e chiedono i vostri applausi. In Spagna non avete tanti scrupoli per fare il lavoro di Stalin.

Convincetevi che i processi di Mosca, le esecuzioni a sensazione, le requisitorie in cui, ogni volta, si risale sempre più vicino all'Ottobre 1917,  sono pugnalate immerse nelle carni degli operai di tutti i paesi.

Si colpisce il nostro idealismo di classe. Si avvilisce l'idea stessa di rivoluzione proletaria. Si creano delle diversioni in Russia per impedire agli operai di aprire gli occhi sull'inferno che è la loro vita. E la stampa stipendiata, la canaglia giornalistica del centrismo accompagna con le sue ingiurie quelli che stanno per subire l'esecuzione perché hanno vissuto la degenerazione attuale quando avrebbero dovuto morire con le conquiste di Ottobre. Povere vestigia di vecchi bolscevichi il cui cadavere deve servire a consolidare lo Stato russo, bastione avanzato della controrivoluzione mondiale.

Forse una qualche canaglia della Ghepeu avrà fatto intravedere la possibilità di aiutare la Russia con delle confessioni che esaltassero l'idea della difesa della patria sovietica contro il fascismo internazionale? E' difficile conoscere la sottigliezza e la raffinatezza dei banditi della Ghepeu per riuscire ad ottenere delle «confessioni», ma, quello che è certo è che nessun mezzo è da rifiutare e questo spiega come dei  militanti torturati con abili interrogatori, ma in segreto, separati dalla loro famiglia i cui membri  sono garanti delle loro «confessioni», confessino per farla finita e trovare nella morte un po' di riposo.

 

* * *

 

Resterà il proletariato internazionale impassibile di fronte ai processi di Mosca? Lascerà applicare questo nuovo marchio d'infamia sul movimento operaio? Processi si sono già tenuti alla Casa dei Sindacati, questa sede dei sindacati sovietici che pretendono di unirsi con Amsterdam. Già, questo fatto, è un simbolo della situazione russa. I proletari di tutti i paesi  ascolteranno i discorsi sull'unità sindacale con i boia sovietici, senza urlare: Dove sono i vecchi bolscevichi? Dove sono le centinaia di  compagni russi e stranieri imprigionati, torturati dal centrismo? Risponderanno ai demagoghi rivendicando una completa solidarietà con gli operai russi che devono riconquistare il diritto di sciopero, ricostruire i loro sindacati, difendere le loro condizioni di vita senza rischiare la morte, cosa a cui non perverranno se non lottando contro lo Stato sovietico e per l'insurrezione!

Noi non ignoriamo che, nella situazione attuale, pochi saranno i proletari che potranno togliersi dal Fronte Popolare per prendere il cammino di classe. Ma questo cammino resta il solo e unico che possa aiutare il proletariato russo e permettergli di unirsi nel fronte in cui gli operai di ogni paese lottano per la rivoluzione mondiale. Non bisogna lasciare che il centrismo trasformi Ottobre 1917 in un'opera di polizia mondiale, per poter accusare i comunisti internazionalisti di essere agenti della Gestapo, del Giappone, dell'Italia, ecc...

La bandiera della rivoluzione mondiale resta in piedi e alta malgrado queste infamie. I morti saranno vendicati e la canaglia centrista ne darà conto ai primi soprassalto rivoluzionari. Ma bisogna assolutamente che ovunque si alzi un grido proletario: Salviamo le vittime del cannibali moscoviti, solidarietà con gli imprigionati, solidarietà con i vecchi bolscevichi.

Nei vostri sindacati, opporre all'unità con le prigioni di Stato dei proletari russi, mozioni di protesta contro i massacri centristi.

 

Octobre, n. 2, mars 1938