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archivio > Archivio sulla sinistra>A tu per tu, compagno (Battaglia comunista, n. 14, 6 - 13 aprile 1949)

aggiornato al: 28/05/2011

Battaglia comunista, n. 14, 6 - 13 aprile 1949

Riproponiamo con piacere questo bell'articolo del 1949 perché esso serva di sprone e di indicazione alla ripresa classista della lotta da parte del proletariato in una situazione ancora di piena controrivoluzione ma nella quale cominciano a intravedersi i segni del ritorno alla lotta.

 

A tu per tu, compagno

 

Noi cesseremmo di essere dei rivoluzionari marxisti, dei rivoluzionari conseguenti, se alla critica delle idee non facessimo corrispondere la critica dell'azione; se la nostra presa di posizione di lotta ideologica e programmatica noi non sapessimo tradurre, nei limiti consentiti dalle possibilità materiali, in un chiaro e concreto atteggiamento di lotta politica. L'amore dell'astratto, dello spacca-capello teorico e del paradossale è proprio della metafisica e non ha niente a che fare col materialismo dialettico; noi stessi saremmo degli acchiappanuvole o dei malinconici collezionisti di facili teorie e di belle e rilucenti frasi rivoluzionarie se fossimo incapaci o sentissimo ripugnanza a far «vivere» nella storia il patrimonio ideale della nostra battaglia rivoluzionaria, in una situazione come questa così ricca di fermenti e di imprevisti forse più di ogni altra.

Tu, compagno che hai letto sulla nostra stampa di partito quale è l'atteggiamento che ogni militante rivoluzionario deve assumere di fronte alle forze della guerra che si prepara, tu che nelle riunioni e nei comizi hai ascoltato la parola dei nostri compagni, una cosa hai appreso con sicurezza ed è che se ancora una volta il proletariato internazionale prende per buona e fa sua la battaglia politica che s'impernia nel binomio neutralità e pace così come è stata architettata e come sta per essere messa in cantiere soprattutto qui da noi e in Francia dai nazionalcomunisti di Stalin, la strada verso la guerra è aperta.

Hai anche capito che l'interesse del proletariato non può mai risiedere nella guerra, non importa se offensiva o difensiva, fatta dall'America alla Russia o dalla Russia all'America, come non può non risiedere nella pace che Truman e Stalin promettono all'umanità per mascherare la preparazione del terzo macello mondiale. In tutta la storia del capitalismo pace e guerra si susseguono e si integrano nell'unico scopo di rinsaldare il potere di dominio, di sopraffazione e di sfruttamento di classe sul proletariato.

E che tu abbia capito tutto ciò, e che per istinto di classe tu abbia avvertito che ore gravi e minacciose si vanno approssimando, è molto ma non basta.

Non basta fino a quando ciò che tu hai politicamente capito, ed ha avvertito il tuo istinto di classe, non si è trasformato in un elemento di coscienza collettiva e di azione politica che riesca ad investire una zono sempre più vasta del proletariato.

In questo senso dobbiamo riconoscere che ognuno di noi non sempre o assai raramente ha saputo fare del proprio convincimento e della propria esperienza un motivo di vita collettiva e di lotta politica. E quando ognuno di noi manca, in realtà è il partito che manca.

Tu, compagno, di fronte al piccolo borghese od anche operaio che in nome dei democristiani o dei repubblicani o dei saragatiani ti parla di pace sociale di carità americana e di patto atlantico come patto di sicurezza per il capitalismo del dollaro, hai avuto il coraggio di parlare il linguaggio del tuo giornale e di difendere le idee del tuo partito?

E di fronte ai comunisti di Togliatti e ai socialisti di Nenni, che vorrebbero reclutarti dovunque tu ti trovi: nei posti di lavoro, negli uffici, nei quartieri cittadini, per dar vita ai comitati della pace, tu, compagno, hai avuto la forza e l'audacia rivoluzionaria di gridare in faccia a questi seminatori di disgrazie e di odio controrivoluzionario che gli operai han piene e arcipiene le scatole di questi comitati di pace con i quali Togliatti e Nenni hanno portato il proletariato nello spazio di qualche decennio a farsi scannare nella guerra di Spagna, nella guerra con Hitler prima, contro Hitler poi, nella guerra di liberazione e infine nella guerra contro ogni ripresa rivoluzionaria di classe per assicurare la ricostruzione dell'economia capitalista e con essa lo stato e le forze di polizia che avrebbero dovuto poi consegnare a De Gasperi o a Scelba?

Tu, compagno, hai detto apertamente a questi signori, in modo che i tuoi compagni di lavoro ti sentissero e fossero portati a meditare sull'atteggiamento politico assunto dal partito di classe, che in regime borghese non vi può essere per il proletariato pace e neutralità che la lotta tra le classi non consente né pace né neutralità, che la rivoluzione proletaria si infischia altamente della pace e della neutralità; e che infine né pace né sicurezza possono venire al proletariato neppure dal capitalismo del rublo?

Se non hai condotto  su questo pieno e con queste idee la battaglia politica della tua classe e hai creduto astenertene sei venuto meno ai tuoi doveri  di combattente per la rivoluzione e la diserzione voluta potrebbe trasformarsi nel peggiore dei tradimenti.

Ti diranno, compagno, che così facendo, si indebolisce il fronte russo e con esso la resistenza delle masse operaie.

E' vero il contrario. La resistenza del proletariato è crollata proprio per aver questi seguito non la politica di classe della lotta rivoluzionaria, ma la politica della collaborazione, dell'interesse nazionale e della democrazia, in una parola la politica del rafforzamento dell'imperialismo sia esso russo che americano.

Il socialismo non è conquista basata su combinazioni diplomatiche e sull'uso degli eserciti e della guerra; il socialismo è faticosa ascesa attraverso le mutevoli vicende del conflitto di classe; è conquista rivoluzionaria.

Nelle fabbriche, negli uffici, nei quartieri non dunque comitati per la pace che preparano di fatto la guerra, ma unità di tutti i lavoratori per la lotta rivoluzionaria contro il capitalismo che è la causa di tutte le guerre.

 

Battaglia comunista, n. 14, 6 - 13 aprile 1949