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archivio > Archivio sulla sinistra>La società dei gaglioffi (Battaglia comunista, n. 12, 31 marzo - 6 aprile 1948)

aggiornato al: 28/07/2012

Battaglia comunista, n. 12, 31 marzo - 6aprile 1948
Un succoso, vecchio articolo del 1948 (in cui compare anche Indro Montanelli) per questa calda estate del 2012!
L'articolo è stranamente firmato, ma il tempo ha fatto cadere nell'anonimato il suo autore.
 
 
La società dei gaglioffi
(o i gaglioffi nella società)
 
Secondo la formula in uso nella battaglia elettorale in corso e largamente usata dai partiti aderenti agli imperialismi in lotta, gli avversari non sono degli individui le cui ideologie divergono dalle proprie, ma sono dei ladri, degli speculatori, dei venduti allo straniero, dei traditori della patria e del popolo ecc. ecc. (Noi ci accontentiamo di applaudire le due parti).
Ma la penna di uno scrittore dell'altezza di Indro Montanelli non poteva, evidentemente, servirsi di termini sì banalmente triviali degni degli Ulisse di destra e di sinistra, e si è servito, in un articolo sul «Candido» del 14 scorso, dell'aggettivo «gaglioffo» (sulla cui eleganza, sinteticità e causticità non ci sono dubbi) per descrivere la personalità di Giovanni Pirelli junior, che ha aderito al fronte socialcomunista ed esercita la sua oratoria per esso..
Non discutiamo gli apprezzamenti del Montanelli; soltanto vorremmo ci facesse conoscere l'araba fenice che abbia il diritto di dare impunemente del gaglioffo senza correre il rischio di una giustificata ritorsione a un qualsiasi membro della società piccolo-borghese e dell'alta borghesia, che lui conosce così bene.
Nel caso specifico, il Montanelli accusa il Pirelli di essere passato al nemico tradendo la causa della democrazia, della libertà, ecc.; in altri termini, di aver tradito gli interessi della sua classe buttandosi nelle braccia del comunismo. Il Montanelli falsa la realtà coscientemente, e la prova la fornisce egli stesso in una corrispondenza sulla Spagna, dove afferma ― dimostrando di non essere del tutto ignorante in fatto di comunismo ― che il movimento partigiano spagnolo, dominato dagli staliniani, non ha di comunista che il nome.
Si può accusare l'alta borghesia capitalista italiana di tradizionale impotenza a comprendere i rapporti di forza fra le potenze imperialiste; questo stato d'animo di eterno dubbio una parte lo risolve con la classica tattica del doppio gioco, tenendo il solito piede nelle solite due staffe; ma dire o pensare che i Pirelli tradiscano il loro interesse di classe è una patente menzogna perché i loro privilegi sarebbero difesi altrettanto bene in un regime statalista e poliziesco quanto in un regime di democrazia parlamentare e bacchettona. Se vi è un tradito in tutto questo è il solito pantalone: la classe operaia.
Il Montanelli tace prudentemente sul numero infinito di gaglioffi che pullulano nelle redazioni dei giornali benpensanti e nei cosiddetti circoli intellettuali e che «dignitosamente» ammorbano l'atmosfera politica italiana: tutti concordi nell'imbrogliare le carte quando, e avviene spesso, rivolgono la loro benevole attenzione alle masse lavoratrici.
Rivolta di lacchè! Non diversamente si può definire la sfuriata del Montanelli; il quale pare si sia beccato una solenne reprimenda se, in un successivo articolo, ha fatto una doverosa distinzione fra i due fratelli Pirelli e il loro rampollo, e fra l'alta borghesia italiana ed i due o tre grossi industriali che fanno il doppio gioco; tutto ciò con l'aria solenne della decrepita vestale della serietà culturale e della indipendenza politica.
Non ci aspettiamo alcuna risposta. Consideriamo impossibile che il Montanelli dall'alto del suo piedestallo ed in ossequio alla congiura del silenzio che da oltre un secolo circonda il marxismo, si degni di «rispondermi per le rime».
 
Luca
 
Battaglia comunista, n. 12, 31 marzo - 6 aprile 1948