Cerca nel sito



 


archivio > Saggi e inediti>c. sal., Un'avvertenza necessaria (aprile 2011)

aggiornato al: 04/05/2011

c.sal., aprile 2011

Pubblichiamo, avendone ricevuto richiesta dal suo autore (c. sal.), una correzione relativa ad un inconveniente occorso al testo Sull'anonimato nello scrivere di storia e sul centralismo organico, da noi ospitato nella sezione "Saggi e inediti" del nostro sito qualche tempo fa.

 

 

Un’avvertenza necessaria

 

 

Un incidente di scrittura, e soltanto di scrittura, occorsoci mentre redigevamo le osservazioni sull’a-nonimato e il centralismo organico, e dal quale è conseguita una sorta di cortocircuito, ha sfigurato un passo del nostro lavoro. È dunque opportuno che, anche se tardivamente, le cose vengano rimesse al loro posto, così che l’eventuale lettore, quale che sia il giudizio che si è formato o si formerà sull’argomento, abbia presente l’espressione fedele del pensiero dell’«antico elemento programmista».

Alla considerazione che «in Bordiga la concentrazione del potere in un singolo soggetto doveva pro-spettarsi come soluzione n o r m a l e dei problemi di direzione politica» segue una chiosa che comincia «soluzione normale, si è detto, giacché», e a questo «giacché» si aggancia l’evocazione di due circostanze le quali, non che dare ragione della normalità della soluzione monocratica (che noi non consideriamo una soluzione), depongono nel senso di una limitata praticabilità (e quindi, semmai, in quello della non-normalità) di essa. Ora, in Bordiga essa si prospettava come normale in quanto ritenuta consentanea all’esigenza di salvaguardare «l’unitarismo e centralismo organici del partito», ma altresì in quanto ovvierebbe alle difficoltà rappresentate dalle due circostanze disgraziatamente agganciate al nostro «giacché». In altri termini, per Bordiga quella soluzione era permanentemente valida, valida per tutti i tempi: da cui la sua, per lui, n o r m a l i t à. Di quelle due circostanze noi invece facevamo parola in collegamento con la prontuarizzazione in materia di tattica, la quale, introducendo una semplificazione drastica dei compiti di direzione politica, favorirebbe il soggetto singolo non eccezionalmente dotato in fatto di capacità sul quale quei compiti dovessero ricadere, solitaria protesi umana di un centro nel quale dottrina, programma e tattica costituiscono un unico blocco. – Tutto questo sia detto (ma pensiamo che la cosa sia evidente) in chiave di interpretazione del centralismo organico, o, se si vuole, in chiave di assaggio della sua consistenza politica e teorica, e non già in adesione alle vedute codificate nel ’64-66.

 

Aprile 2011

c. sal.